martedì 26 aprile 2011

Ave Cesare, Bovo verso la Roma

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Se non avesse avuto fortuna con il calcio, a quest’ora probabilmente Cesare Bovo sarebbe uno stimato sarto. Perché lo scudetto sulla maglia del Milan lo ha cucito lui, firmando il 2-1 di Palermo-Napoli: risultato prevedibile, dato che il derby delle Due Sicilie termina con questo punteggio da ormai quattro anni, però c’era bisogno di qualcuno che infilasse De Sanctis dal dischetto. E Bovo, già che c’era, ha pensato bene di unire l’utile al dilettevole, perché spiazzando il portiere avversario ha raggiunto quota 3 gol in campionato, record personale.

Ecco quindi un’altra giornata da ricordare per il difensore romano e romanista, che in questa stagione ha già tagliato un altro paio di traguardi importanti. Le cento partite con la maglia rosanero, festeggiate – anche se non nel migliore dei modi – il 10 aprile contro il Cesena, quando il Palermo riuscì a dilapidare il doppio vantaggio nei minuti di recupero. Sul finire del 2010, l’11 dicembre contro il Parma (vittoria 3-1 del Palermo), è arrivata la prima fascia di capitano, indossata in maniera rocambolesca: con Cassani squalificato e Migliaccio fuori per infortunio, ecco che al momento dell’uscita dal campo Miccoli si era diretto verso Liverani per consegnargli la fascia. Nella distinta presentata all’arbitro era però stato inserito Bovo come vicecapitano, e così eccolo ricevere la fascia ed avvolgerla al braccio sinistro.

Un presente ricco di soddisfazioni per Cesare Bovo, ed il futuro promette anche meglio. Il 10 maggio è in programma il ritorno della semifinale di Coppa Italia contro il Milan, che scenderà in campo al «Barbera» obbligato a vincere dopo il 2-2 maturato a San Siro nella gara d’andata. Al Palermo basta un pareggio (0 a 0 o 1 a 1) per guadagnarsi l’accesso alla finale di Roma, dove Bovo potrebbe rimanere anche dopo il 29 maggio: Mexès andrà al Milan, e la Roma «americana» di Thomas DiBenedetto pare intenzionata a mettere sul piatto 7 milioni di euro per riportare Bovo all’ovile giallorosso.

Antonio Giusto

Fonte: Guerin Sportivo.it

lunedì 25 aprile 2011

Superscommesse.it: intervista «Dietro le quinte»

Sono stato intervistato da Superscommesse.it.

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Antonio ci racconta del suo lavoro e dei requisiti che ritiene necessari per poterlo svolgere?
Scrivo di calcio, per passione. Curo un blog - Calcio d'angolo - e collaboro con Calcio 2000, la versione online del Guerin Sportivo e Goal.com. Requisito fondamentale è l'amore per il pallone, cui vanno mescolate competenza e capacità di scrittura.

A cosa si ispira quando decidere di scrivere di una notizia piuttosto che di un’altra‭?
Mi guida l'istinto, oltre ovviamente ad un pizzico di logica: perché potrei raccontare al lettore cos'ha combinato il Bochum nell'ultima partita di Zweite Liga, ma so che un omaggio a Ronaldo è di sicuro più interessante.

Quali sono solitamente gli argomenti che gli utenti preferiscono‭?
Per quanto mi riguarda, ho notato che i racconti di calcio riscuotono un discreto successo. Scoprire l'inventore del Catenaccio (per la cronaca, l'austriaco Karl Rappan) o rivivere le imprese del Nottingham Forest di Clough ad un determinato tipo di lettore piace più che analizzare alla moviola il gol fantasma di Brocchi contro il Napoli o i perché delle tre giornate di squalifica comminate ad Ibra.

Secondo lei a cosa deve fare sempre attenzione un giocatore prima di scommettere‭?
Alla condizione, fisica e psicologica, delle contendenti. L'idea di puntare su una squadra in crisi solo perché ha venti punti di vantaggio sull'avversario che si appresta ad affrontare non mi ha mai entusiasmato.

Secondo lei è giusto puntare sulle squadre favorite o è meglio analizzare partita per partita,‭ ‬leggendo anche i pronostici degli esperti‭?
Più è bassa la quota, più alto è il rischio di prendere un granchio. Personalmente non ho mai puntanto su una squadra data a meno di 1,25, anzi prediligo i pareggi dati oltre il 3,00: in questi casi, il gioco vale la candela.

Trovarsi nella vostra posizione porta dei vantaggi se si vuole scommettere su un determinato evento‭?
Ovviamente sì. Dovendo essere al corrente di ogni novità, non c'è il rischio di arrivare impreparati in ricevitoria.

Vogliamo concludere la nostra intervista con un suo pronostico sulla Serie A,‭ ‬scelga lei il pronostico da consigliare ai nostri scommettitori.‭
La vittoria del Milan, ormai scontata, mi pare non la quotino neanche più. E, volendo puntare sulla vincente di una determinate competizione e non sul risultato di un singolo incontro, rivolgo lo sguardo verso Wembley, dove sabato 28 maggio si giocherà la finale di Champions League. Io dico Real Madrid.

Fonte: Superscommesse.it

domenica 24 aprile 2011

Il Punto sulla Lega Pro, Prima Divisione girone B: Nocerina in serie B, cappotto dell'Atletico Roma



COS’È SUCCESSO - Un mare di pareggi, ben cinque su nove partite disputate. Tra Gela e Ternana nessun gol, mentre Giacomini e Mancino confezionano l'1-1 tra Siracusa e Cosenza. Il Barletta riacciuffa il Viareggio al «Bresciani», 1-1 anche lì: Innocenti risponde al calcio di rigore realizzato da Bocalon. Medesimo risultato in Lanciano-Pisa, apre Sacilotto e chiude Fanucchi, il tutto nel giro di tre minuti.

IL TOP - Un autogol di Corona, poi Girardi e Sy. Questa la maniera del Taranto di legittimare il quinto posto, andando a vincere 3-0 sul campo della Juve Stabia, che in casa non perdeva dal 17 ottobre. Gli uomini di Dionigi si portano così a quota 50 in classifica, 6 punti di vantaggio sul Foggia sesto ed ormai tagliato fuori dai play-off, e soprattutto uno solo in meno delle «Vespe» gialloblé.

IL FLOP - Ghiotta occasione sciupata dal Benevento, che al «Degli Ulivi» di Andria non va oltre l'1-1. In superiorità numerica dopo 22' (espulso Pierotti) ed in vantaggio in apertura di secondo tempo con Evacuo, i giallorossi si fanno raggiungere da Paolucci, a segno su calcio d'angolo.

LA SORPRESA - Il Foligno torna alla vittoria dopo quasi tre mesi: il 2-1 sul campo dell'Atletico Roma risale infatti al 7 febbraio, di lì in poi quattro pareggi (tutti per 0-0) ed altrettante sconfitta. Il gol di Giovannini che piega la Lucchese fa ben sperare, soprattutto ora che in panchina c'è Giovanni Pagliari, il tecnico che nel 2006-07 riportò i «Falchetti» in C1 dopo oltre vent'anni d'assenza.

TOH, CHI SI RIVEDE - Grazie al successo ottenuto sul campo del Foggia (1-0, gol di Pomante) la Nocerina torna in Serie B, trentadue anni dopo. L'ultima apparizione dei «Molossi» in cadetteria risale infatti alla stagione 1978-79, conclusa al terzultimo posto.

LA CHICCA - Esordio in panchina con il botto, per Roberto Chiappara. Parte integrante della rosa dell'Atletico Roma sino allo scorso 19 aprile, quando ha sostituito in panchina il dimissionario Incocciati, l'ex centrocampista ha visto quelli che sino a pochi giorni fa erano i suoi compagni di squadra infliggere un sonoro 6-0 alla Cavese, fanalino di coda. Si tratta della partita con maggiore scarto di gol del campionato.

Antonio Giusto

Fonte: Goal.com

sabato 23 aprile 2011

La volata salvezza

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BARI, 21 punti.
Ultime cinque partite: Sampdoria (Casa), Roma (C), Palermo (Trasferta), Lecce (C), Bologna (T).
Poche storie, il Bari è spacciato. Ventura non è riuscito nell'impresa di ripetere la scorsa, splendida stagione: la fluidità del gioco biancorossa si è vista - a sprazzi - solo nelle primissime battute di un campionato incominciato sconfiggendo la Juventus al San Nicola. Un'illusione, perché di lì in poi gli infortuni hanno preso il sopravvento ed i Galletti sono mestamente scivolati all'ultimo posto in classifica. Il tardivo esonero di Ventura (giunto il 10 febbraio) è servito a poco: Mutti è un allenatore scafato, ma per i miracoli solitamente occorre rivolgersi molto più in alto, spesso senza venir neppure ascoltati.

BRESCIA, 30 punti.
Ultime cinque partite: Milan (C), Sampdoria (T), Catania (C), Cesena (T), Fiorentina (C).
Nonostante la penultima piazza occupata nel momento della redazione dell'articolo, il Brescia può ancora confidare nella salvezza. Il calendario, eccezion fatta per il prossimo turno in cui le Rondinelle ospiteranno un Milan ormai preso dal conto alla rovescia-scudetto, propone agli uomini di Iachini tre scontri diretti: Samp, Catania e Cesena, al momento quartultimo con quattro punti di vantaggio proprio sugli uomini di Iachini. L'ultima giornata, poi, offre una Fiorentina presumibilmente senza stimoli, stimoli che non mancavano ai viola il 29 maggio 2005, quando con un sonoro 3-0 condannarono il Brescia alla Serie B, da cui è riemerso lo scorso 13 giugno e dove non intende fare ritorno.

SAMPDORIA, 32 punti.
Ultime cinque partite: Bari (T), Brescia (C), Genoa (T), Palermo (C), Roma (T).
I blucerchiati, in caduta libera, rischiano concretamente di scendere in B dopo aver sfiorato l'accesso ai gironi di Champions League in apertura di stagione. I numeri bastano ed avanzano per spiegare la difficilissima situazione della Samp: 13 sconfitte nelle ultime 18 partite e due vittorie appena, l'ultima il 13 febbraio. Ambiente surriscaldato, e gol che latitano: inopinatamente ceduti - svenduti? - Cassano e Pazzini, gli uomini di Cavasin (non si sa fino a quando) si ritrovano con secondo peggior attacco della Serie A. Le premesse, insomma, sono tutt'altro che buone, così come il calendario.

CESENA, 34 punti.
Ultime cinque partite: Bologna (T), Inter (C), Cagliari (T), Brescia (C), Genoa (T).

Finisse oggi il campionato, i bianconeri sarebbero la prima squadra a salvarsi. Purtroppo per loro mancano ancora cinque giornate, e per riuscire in un'impresa non da poco, ovvero confermarsi in Serie A dopo un doppio salto di categoria, bisognerà stringere i denti. Il derby emiliano-romagnolo contro un Bologna con la pancia piena non va preso sottogamba, così come gle trasferte a Cagliari e Genova. Partita chiave della stagione sarà però l'incontro casalingo con il Brescia, in cui verranno presumibilmente decisi i destini delle due squadre.

LECCE, 35 punti.
Ultime cinque partite: Genoa (T), Chievo (T), Napoli (C), Bari (T), Lazio (C).
La difesa è la peggiore del campionato, con 56 gol subiti, ma importa poco ad un Lecce da 7 punti nelle ultime tre partite. Il più ostico degli avversari è a questo punto un calendario antipatico. Le trasferte di Genova e Verona, con un Chievo però potenzialmente già oltre quota 40, rischiano di costringere il Lecce a giocarsi il tutto per tutto negli ultimi tre turni, tremendi: al «Via del Mare» sono attesi Napoli e Lazio, in lotta per un posto in Champions League, ed in mezzo c'è il derby con il Bari, quasi certamente già retrocesso ma voglioso di dare l'addio alla Serie A con una vittoria nella partita più sentita della stagione.

PARMA, 35 punti.
Ultime cinque partite: Udinese (T), Palermo (C), Bologna (T), Juventus (C), Cagliari (T).
La rosa a disposizione di Colomba, da poco subentrato a Marino, non è certo quella di una squadra che lotta per salvarsi. Vantaggio o svantaggio? Il rischio che si tratti della seconda ipotesi è alto, ma i tre punti messi in saccoccia contro l'Inter hanno rappresentato per la squadra una ventata d'aria fresca. Ora però bisogna concentrarsi sulla trasferta di Udine, contro una squadra che insegue l'Europa che conta; poi un Palermo con la testa alla Coppa Italia, così si augurano al Tardini, e Bologna-Juve-Cagliari per chiudere. Magari la palla scotterà più del solito, ma è difficile ipotizzare un ritorno in B dei ducali.

CATANIA, 36 punti.
Ultime cinque partite: Juventus (T), Cagliari (C), Brescia (T), Roma (C), Inter (T).
Dopo il roboante 4-0 rifilato al Palermo la squadra si è appisolata sugli allori: un punto solo contro il Bari, e 4 gol incassati dalla Lazio al «Massimino». Così non va, Simeone e la sua banda di argentini lo sanno bene, ed il calendario non aiuta, con l'ultimo ciclo di partite che si apre a Torino contro la Juventus e viene concluso dalla trasferta a San Siro, dove l'Inter presumibilmente dovrà evitare i preliminari di Champions League. In mezzo la trasferta di Brescia, contro una diretta concorrente per la permanenza in A, preceduta dal morbido impegno contro un Cagliari sazio ma seguita dalla venuta della Roma, che ha sì una pessima tradizione a Catania ma dovrà strappare un piazzamento europeo per iniziare nel migliore dei modi l'avventura americana.

CHIEVO, 39 punti.
Ultime cinque partite: Roma (T), Lecce (C), Juventus (T), Udinese (C), Palermo (T).

Manca un punto per raggiungere la fatidica quota 40, garante della salvezza. Per racimolarlo ecco cinque partitacce, tre delle quali in trasferta contro Roma, Juventus e Palermo. I rosanero saranno sazi all'ultima giornata, ma pensare di dover attendere così a lungo per tagliare il traguardo-salvezza sarebbe rischioso. Meglio, quindi, festeggiare in casa propria, anche se il Lecce smanioso di rimanere in A e l'Udinese che sogna la Champions League non paiono certo vittime sacrificali.


Antonio Giusto

Fonte: Guerin Sportivo.it

martedì 19 aprile 2011

Il Punto sulla Lega Pro, Prima Divisione Gir. B - Che sciupone questo Foggia! Il Barletta completa a Foligno un tris di vittorie



COS’È SUCCESSO - Prima sconfitta casalinga per la Nocerina, sconfitta 2-1 nel derby con la Juve Stabia: per gli ospiti a segno Albadoro e Corona, mentre Catania accorcia le distanze dal dischetto in avvio di ripresa. Taranto-Lanciano termina 1-1: Titone risponde a Girardi. Fanucchi e Favasuli in rete per il 2-0 del Pisa sul Siracusa, mentre si conclude a reti bianche il posticipo tra Lucchese e Viareggio.

IL TOP - Terza vittoria consecutiva per il Barletta, che raggiunge così quota 36 in classifica portando a quattro punti il distacco dalla quint'ultima. I biancorossi hanno la meglio sul Foligno grazie ad Innocenti, che sigla il definitivo 3-2, ma il grande protagonista è Bellomo, ventenne centrocampista in prestito dal Bari: per lui ecco la seconda doppietta stagionale, inframezzata dai gol di La Mantia e Sciaudone.

IL FLOP - Il Foggia perde 3-2 al «Liberati» di Terni, dimostrandosi sciupone: i Satanelli sbagliano tanto, tantissimo davanti al portiere avversario Visi, non riuscendo a sfruttare il pareggio casalingo del Taranto e la sconfitta, anch'essa interna, dell'Atletico Roma. Capaci di rimontare lo svantaggio in ben due occasioni con Sau ed Insigne (19 gol a testa) gli uomini di Zeman non riescono a reagire al gol di Nolé (doppietta per lui, di Cejas il provvisorio 2-1). Il quinto posto, ora, dista tre punti.

LA SORPRESA - Docente, in giornata di grazia, guida il suo Gela alla conquista dei tre punti in casa dell'Atletico Roma. I capitolini, in vantaggio con Ciofani al quarto d'ora, vedono svanire le speranze di portare a casa i tre punti in avvio di ripresa: Docente rileva Rabbeni e, dopo aver colpito un palo, segna i due gol che ribaltano il risultato.

TOH, CHI SI RIVEDE - Primo gol con la maglia del Benevento per David Mounard, in giallorosso da gennaio, che torna ad esultare dopo quasi due anni: era andato a segno l'ultima volta in Gallipoli-Real Marcianise 3-2 del 17 maggio 2009. Non poteva scegliere un momento migliore per interrompere il digiuno, visto che il suo destro dalla distanza (al 93° minuto) ha regalato tre punti fondamentali al Benevento, in vantaggio 2-0 (Clemente e Pintori) sul campo della Cavese ma raggiunto da una doppietta di Schetter.

LA CHICCA - L'1-1 dell'andata Tommaso Coletti l'aveva vissuto con la maglia rossoblù del Cosenza. Al ritorno, invece, ha deciso l'incontro dal dischetto, stavolta vestito dell'azzurro dell'Andria. Il classico goal dell'ex.

Antonio Giusto

Fonte: Goal.com

Marcolini merita la Serie A

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Ormai va di moda, in Champions League come al «Picchi» di Livorno, da Dejan Stankovic a Milan Djuric: un gol da lontanissimo è ormai parte della settimana calcistica italiana dall'inizio di aprile. E continuerà ad esserlo ancora per qualche giorno, grazie a Michele Marcolini. Che il 2 ottobre compirà 35 anni, tanti per un centrocampista, ma se rispetto agli esordi non c'è più tanto fiato, la vista è ancora ottima: «La palla arrivava lenta, e così ho dato un'occhiata a Viviano: era fuori dai pali, ci ho provato. È andata bene, benissimo», racconta al termine della partita, vinta con merito contro un Bologna incapace di sfruttare il secondo tempo vissuto in superiorità numerica.

Dare un'occhiata alla classifica è d'obbligo, a maggior ragione se alla fine del campionato mancano appena cinque partite. Il Chievo, che quasi agguanta gli avversari odierni, con i suoi 39 punti può ormai star tranquillo: il calcio è imprevedibile, ma anche quest'anno la retrocessione dovrebbe essere stata scampata. Manca solo la conferma dell'aritmetica, sin qui clemente anche con il Bari, la squadra che a Marcolini ha regalato l'esordio nella massima serie. Era il 23 novembre 1997, il protagonista veniva da un positivo triennio a Sora, ed in biancorosso era approdato su segnalazione di... suo padre Antonio, attaccante «di manovra» con i Galletti dal '72 al '74 (51 presenze e 2 gol in B) sotto la guida di Carlo Regalia, che nel frattempo era diventato direttore generale nel Bari del presidente Matarrese, sulla cui panchina sedeva Eugenio Fascetti, compagno di squadra di Marcolini senior nel Savona.

Bell'intreccio, ma quando papà Antonio telefonò a Regalia si limitò a dirgli di suo figlio che sudava in C dopo aver sfiorato lo scudetto Primavera 1994 con il Torino, e gli pose una semplice domanda: «Michele merita la Serie A?». Evidentemente sì, perché a quattordici anni dal debutto il suo piede sinistro continua a far magie.

Antonio Giusto

Fonte: Guerin Sportivo.it

giovedì 14 aprile 2011

Guerin Sportivo.it, un ritrovo per sportivi veri


Il blog guerinsportivo.it è una casa, un ritrovo per sportivi veri. Non si limita ad essere la versione on-line del famoso Guerino cartaceo, il mensile che tra pochi mesi festeggerà i cento anni di vita. Il blog, nella sua interezza, può essere concepito come una vera e propria enciclopedia del calcio italiano, senza, però, tralasciare altri sport, a livello nazionale e internazionale, come il tennis, la Formula uno, l’atletica, il ciclismo ed il basket.

Il sito è composto da una macro sezione, denominata proprio Guerin Sportivo in cui è possibile consultare tutte le news e gli articoli dedicati, in special modo, al mondo del pallone. Inoltre, il blog ha 4 micro sezioni dedicate che sono: il Corsivo, curato dal direttore del blog nonché del mensile, Matteo Marani, Mr Football, firmato da Roberto Gotta, Il Mondo siamo noi, regno di Alec Cordolcini e L’Indiscreto, redatto da Stefano Olivari. Non solo testi, ma anche foto e video: sono molte le fotogallery dedicate ad eventi speciali come il Campionato di Serie A o la Champions League.

I contenuti sono aggiornati quotidianamente e la particolarità del sito, oltre, appunto, alla pubblicazione di “chicche” sul mondo calcistico e non solo, è insita nella interattività e nell’entusiasmo di coinvolgere gli utenti ed i lettori che, con iniziative pensate ad hoc, diventano loro stessi protagonisti della rete con interviste, giochi e concorsi. L’evento del momento è proprio il concorso celebrativo dei 100 anni del Guerin Sportivo: i primi 250 utenti che si registreranno al sito, riceveranno direttamente a casa, una copertina, a scelta, del sempreverde Guerin.

Un sito che racchiude in sé più cento anni di sport, cento anni di notizie, di curiosità, di leggende e perché no, di vita, dedicati agli appassionati ed agli amanti di un calcio pulito ed appassionante.

mercoledì 13 aprile 2011

Il Punto sulla Lega Pro, Prima Divisione Gir. B - Il Taranto delude a Foligno, Juve Stabia, che successo!



COS’È SUCCESSO - Il Taranto, atteso da un intensissimo finale di campionato, lascia due punti sanguinosi a Foligno: finisce 0-0. Di Simone inchioda invece sull'1-1 Andria-Atletico Roma dopo l'iniziale vantaggio ospite con Mazzeo.

IL TOP - Il successo della Juve Stabia, vittoriosa 2-0 contro la Ternana con i gol di Mezavilla e Corona (su rigore) vale doppio, se non triplo: nessun'altra squadra in zona play-off ha portato a casa i tre punti, ed ora la seconda piazza del Benevento è distante solo quattro lunghezze.

IL FLOP - Siracusa e Lanciano, all'inseguimento del quinto posto fino alla scorsa settimana, cadono rispettivamente a Gela (decide Bigazzi) ed in casa contro il Cosenza di Stefano Fiore e Biancolino. E così il Foggia vince e stacca entrambe, a cui per ottenere i play-off serve ormai un miracolo.

LA SORPRESA - Barletta corsaro a Benevento nel posticipo della ventinovesima giornata: una doppietta di Innocenti, inframezzata dalla realizzazione di Clemente, regala agli ospiti tre punti preziosissimi. Questa sconfitta del Benevento, che non perdeva in casa da oltre un anno (Benevento - Pergocrema 0-1, 14 marzo 2010), fa sorridere la Nocerina: con 13 punti di vantaggio a cinque giornate dalla fine del campionato ai «Molossi» (vincenti nel recupero grazie a Petrilli contro la Lucchese) basta mantenere invariato il distacco per festeggiare la promozione in Serie B già domenica prossima.

TOH, CHI SI RIVEDE - Antonio Schetter, capitano della Cavese, regala ai suoi qualche flebile speranza di salvezza andando a segno per la prima volta dal 12 dicembre dello scorso anno contro il Viareggio. Che però pareggia i conti con Fiale nel finale e restituisce l'ultimo posto in graduatoria ai metelliani.

LA CHICCA - Due gol di Insigne, entrambi dal dischetto, ed uno di Sau regalano al Foggia tre punti fondamentali per continuare a sognare i play-off. Contro il Pisa (a segno con Fanucchi) i due frombolieri rossoneri colgono anche l'occasione per ritrovarsi in vetta alla classifica marcatori: 18 gol a testa, 36 in totale, il 58% delle realizzazioni totali dei Satanelli.

Antonio Giusto

Fonte: Goal.com

martedì 12 aprile 2011

Luca Toni, vendetta calda

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La vendetta è un piatto che va servito freddo. Ma non ditelo a Luca Toni. Perché all’Olimpico torinese si era ben oltre i 20 °C quando il centravanti bianconero infilava Eduardo (definito «fortissimo» nel ritiro estivo di Neustift) con la classica zampata da animale d’area di rigore, ma soprattutto perché tra la firma con la Juventus, di cui si è detto tifoso in tenera età, ed il gol segnato contro il Genoa sono passati appena 93 giorni. Pochi, anche per il frenetico mondo del calcio. Ma a Luca Toni da Stella, frazione di Serramazzoni, nato a Pavullo nel Frignano solo perché lì c’era l’ospedale più vicino, non deve importare molto della temperatura di questa sua rivalsa nei confronti di chi in lui aveva creduto in estate per poi ricredersi in inverno.
«Tre», come i gol segnati in campionato nel semestre genoano e come il voto per questo datogli dal presidente Preziosi, adesso diventeranno semplicemente parte integrante del risultato maturato nell’ultimo mezzogiorno calcistico: Juventus-Genoa 3-2. Eppure era stato proprio Enrico Preziosi a «fare una pazzia» per Toni in luglio, quando pur di strapparlo alla nutrita concorrenza gli aveva offerto un biennale da quattro milioni a stagione più uno di bonus. Il calciatore, dal canto suo, gongolava per la fiducia concessagli dopo la traumatica conclusione del rapporto con il Bayern Monaco di van Gaal (a spasso dopo l’1-1 con il Norimberga) ed uno scudetto sfiorato con la Roma: e via di promesse, da quella di puntare il quarto posto all’augurio alle ali di vivere la miglior stagione della carriera. Tra un complimento ai compagni, le coccole dei tifosi ed un elogio alla società, però, è arrivato il momento di incominciare il campionato.

Pareva giunto il momento, per Toni, di far ricredere i molti scettici: un contratto simile per un trentatreenne sembrava uno sproposito – difficile dal torto a chi la pensa così – ed il primo gol dopo tre giornate arrivava su rigore. Poi, contro il Bari, al quinto minuto di recupero ecco l’incornata del 2-1: era l’inizio di ottobre, il gigante pareva essersi svegliato. Invece il letargo è continuato, almeno in Serie A, perché in Coppa Italia sono arrivate due doppiette contro Vicenza e Grosseto, prima dell’ultima marcatura in rossoblu (Lecce-Genoa 1-3, quindicesima giornata) e le parole di fuoco di Preziosi. Quindi l’infortunio di Quagliarella e l’approdo di Toni alla corte di Delneri: sarà forse stato il tecnico friulano a fargli dimenticare il primo periodo dell’articolo?

Antonio Giusto

giovedì 7 aprile 2011

Crisi Inter: chi è il colpevole?

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È finita come neppure il più ottimista – e magari ubriaco - tifoso dello Schalke 04 si sarebbe augurato. Cinque gol, due pali e quelli che undici mesi fa diventavano campioni-di-tutto a Madrid in ginocchio, in casa loro. Trovare un colpevole, in questi casi, è tanto semplice quanto sbagliato: un uomo solo non basta per ridurre in tale stato una simile squadra, occorre la collaborazione – spesso involontaria – di un discreto numero di individui.
Il primo è forse José Mourinho, conscio di aver abituato troppo bene la piazza nerazzurra, ora intento a godersi il rotondo 4-0 al Tottenham che significa semifinale. Se con lo Special One, che speciale lo era per davvero, l’Inter incassava un gol al Camp Nou di Barcellona nonostante un’ora di inferiorità numerica, adesso con Leonardo (ottimo comunicatore anche lui, tatticamente sprovveduto però) bastano trenta minuti senza Chivu per prenderne cinque dallo Schalke, per giunta a San Siro.

Tra i due lusofoni, però, fa capolino Rafa Benítez, a cui bisognerebbe porre più di una domanda. Sulla preparazione, innanzitutto, perché i guai muscolari avevano lasciato la Pinetina in sua compagnia, mentre una inconcepibile preparazione volta a raggiungere il massimo livello di condizione tra gennaio e marzo (?!) sta dando ora i suoi frutti. La «squadra stanca» non l’ha vista solo Moratti: se la difesa fa acqua da tutte le parti, è perché Eto’o e Pandev nel derby non erano in grado di interpretare la fase di non possesso, mentre contro lo Schalke il centrocampo – specie dopo l’uscita di Stanković – ha sofferto enormemente l’inferiorità numerica causata dalla linea a quattro dei tedeschi, con Raúl (70 gol in Champions League con quello di ieri, chapeau) che sovente dava una mano alla mediana.

Campionato e Coppa Campioni, passati da sogni ad incubi nel giro di tre giorni, vanno ora archiviati nel miglior modo possibile. Sul fronte italiano, soprattutto, bisogna tener duro e conservare un terzo posto su cui molti avrebbero sputato nel weekend riservato alle Nazionali, perché di incominciare una nuova avventura dai preliminari di Champions League non ha voglia nessuno. Specialmente il futuro tecnico dell’Inter, che difficilmente sarà Leo, più a suo agio dietro la scrivania che in panchina, dove il sottoscritto vedrebbe assai bene André Villas Boas, quattro anni in meno di Javier Zanetti ed un campionato portoghese vinto con cinque giornate d’anticipo lo scorso 3 aprile. Autodidatta che ha carpito i segreti del mestiere a Bobby Robson, con Mourinho ha già respirato l’aria salubre di Appiano Gentile.

Antonio Giusto

Fonte: Guerin Sportivo.it

lunedì 4 aprile 2011

La primavera di Bertolacci

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Nonostante la maniche lunghe sfoggiate dal protagonista, siamo ormai in primavera. Ed in questo periodo dell’anno, mentre la natura si risveglia ed il sole splende gioioso, sui campi di calcio ci si improvvisa tutti matematici alle prese con calcoli minuziosi e frasi di circostanza: perché «ci sono da giocare sette finali» e «da qui alla fine può succedere di tutto». Poi arriva Andrea Bertolacci da Roma, con addosso la maglia giallorossa del Lecce (52 gol subiti, peggior difesa) e contro l’Udinese (miglior attacco alla pari con l’Inter, a segno 56 volte) firma la prima doppietta di una sin qui brevissima carriera fissando il risultato sul 2-0, tanto inaspettato quanto giusto.
Due gol e tre punti in ballo, eppure a questa partita erano legati i destini di alta e bassa classifica. Perché Brescia e Cesena, nonostante i quattro – comunque preziosissimi – punti complessivi racimolati nel fine settimana, si ritrovano a far compagnia al Bari sul treno per la B, e l’Udinese è passata in fretta dal sogno di fiatare sul collo dell’Inter all’incubo di vedersi raggiunta o scavalcata tra sette giorni da una tra Lazio e Roma, con Bertolacci affascinato dalla seconda ipotesi.
Cresciuto a Spinaceto, nei pressi dell’Eur, è un romano e romanista dal gennaio 2010 in Salento per farsi le ossa. Con la «Maggica», ché per la gente con quei colori nel cuore è davvero così, gli inizi però erano parsi tutt’altro che convincenti: con Scudieri, alla guida dei ’91 giallorossi dal 2003 al 2006, solo panchina. O quasi, perché quando riusciva a metter piede in campo Bertolacci dimostrava il proprio valore, pienamente riconosciuto dal successore di Scudieri, Andrea Stramaccioni, che avanza Petrucci e dà fiducia a Bertolacci. Che la ripaga, fino a guadagnarsi la fascia di capitano della Roma Primavera nel 2010, prima di fare rotta verso Lecce per assaggiare il calcio dei grandi. E, per dimostrare il proprio coraggio, ecco il 10 sulle spalle, saggiamente ceduto a Rubén Olivera dopo la promozione in A.
Insomma, ambizione e gol, con i piedi ben fissi per terra. C’è chi l’ha paragonato a Cambiasso (mancini entrambi) e chi a Ledesma, come il vice di De Canio Roberto Rizzo, ma per lui l’esempio da seguire rimane De Rossi: Daniele, specifichiamo, perché da suo padre Alberto è stato allenato ai tempi della Primavera.

Antonio Giusto

Fonte: Guerin Sportivo.it

domenica 3 aprile 2011

Campionati chiusi. E non è un pesce d'aprile


Siamo al 3 aprile, il giorno delle burle ormai è passato. Eppure tutti, tifosi delle squadre virtualmente campioni a parte, firmeremmo pur di leggere queste righe con quarantott'ore d'anticipo. Perché i quattro maggiori campionati europei, coefficiente UEFA alla mano, sono ormai praticamente già conclusi.
E se in Germania il Borussia Dortmund ha ribadito la propria supremazia passando dallo 0-1 al 4-1 in 25 minuti contro l'Hannover terzo in classifica al calcio d'inizio, Italia, Spagna ed Inghilterra hanno visto morire il campionato con due mesi d'anticipo. Tra l'Inter e lo scudetto ci si è messo Pato, ed ora i rossoneri, sgravati dall'impegno europeo, veleggiano sicuri verso il tricolore.
In Spagna, invece, Miguel Ángel de las Cuevas da Alicante, memore di un trienno trascorso indossando il biancorosso dell'Atletico Madrid, ha infilitto a José Mourinho la prima sconfitta casalinga dal 23 febbraio 2002 (Porto-Beira Mar 2-3) e - complice il successo del Barcellona sul Villarreal firmato da Piqué - regalato il titolo ai blaugrana.
A far la voce grossa in Premier League, anche davanti alle telecamere, è stato Rooney: sotto 2-0 contro il West Ham, hat trick e 3 punti per lo United, che valgono doppio visto il pareggio rimediato dall'Arsenal contro un Blackburn in 10 nell'ultimo quarto d'ora.
La palla è rotonda e davanti ci sono «n» finali, ma la sensazione è che da qui a maggio non ci saranno sorprese.
a.g.